Il dolce clima collinare ha infatti da sempre favorito la pratica dell’agricoltura e dell’allevamento.
Ne sapevano qualcosa i monaci che secoli fa costruirono il loro monastero sulle colline di Rua, tra Carrè e Centrale, e il complesso di San Biagio, nella frazione di Grumolo Pedemonte.
Ancor oggi, la coltivazione di vigneti ed uliveti i cui ricami vegetali impreziosiscono il verde delle Bregonze, regala vini autoctoni ed oli di grande qualità. A questa vegetazione trionfale, fanno da contraltare piccoli boschi, frutteti, orti, campi di mais, prati a foraggio e piccoli appezzamenti riservati a coltivazioni di pregio e di alto valore territoriale.
Perché la presenza dell’uomo nelle Bregonze si perde nella notte dei tempi e lascia memorie impresse nel paesaggio: vecchi casoni, roccoli, muretti a secco, fontane, lavatoi, antichi luoghi di culto, edicole votive ed eleganti dimore signorili.
Le contrade rurali di Marola, Pon, Magan, Rosa, Cerchiarola, Tavani guardano dall’alto in basso i centri dei paesi dalla sobria eleganza che cingono le Bregonze: Calvene, Carrè, Chiuppano, Lugo di Vicenza, Zugliano. Fanno così intravedere un mondo operoso, testimoniato da templi di archeologia industriale, i cui destini sono indissolubilmente legati alla forza delle acque: mulini, opifici di fine Ottocento, centrali idroelettriche.
Potete addentrarvi in questa dimensione dinamica: fate spazio a nuovi saperi, fatevi coinvolgere dai vecchi sapienti. Il cerchio si chiuderà magicamente.
Il rotondo skyline delle Bregonze va dai 150 metri s.l.d.m. e culmina nello snodo centrale di Ca' Vecia (Ca' Vecchia) e Pian di Marola, fino alla quota massima 422 metri s.l.d.m..
Potete salire su queste colline e, come in una torre panoramica, girare lo sguardo a 360° e fissare le immagini delle vedute il Monte Summano, l’Altipiano di Asiago, la Valdastico, le Prealpi Venete e la pianura di Vicenza.
Le strade curvilinee poco trafficate vi traghetteranno tra il paesaggio movimentato del nord, con versanti più scoscesi delimitati dall’Astico, e il morbido declivio verso la pianura, intervallato da molteplici piccole incisioni tra le quali spicca la valle del torrente Igna.