Zugliano, una tavolozza di ville rurali e borghi di charme

Focus
Zugliano è un paese della tre anime, rappresentate dal centro e dalle frazioni di Grumolo Pedemonte e Centrale, le cui storie presentano straordinarie peculiarità e sono testimoniate dal patrimonio architettonico e paesaggistico che oggi potete ancora apprezzare.
Il territorio di Zugliano fu certamente abitato in epoca preistorica. La particolare conformazione geomorfologica favorì infatti i primi insediamenti umani. Negli ultimi anni gli sporadici ritrovamento di frammenti ceramici, di utensili e di selci lavorate risalenti forse all'età del Bronzo, nella zona pianeggiante delle Pescare e in quella collinare di San Biagio e delle Larghe, hanno avvalorato quella che sembrava essere solo un'ipotesi, anche se solo ulteriori ricerche scientifiche potranno dare le prime concrete risposte. Anche nel periodo romano la zona pedemontana vicentina fu sicuramente abitata come dimostrano i recenti ritrovamento a Sarcedo e a Thiene, ma anche le interessanti scoperte di pavimentazioni e oggetti tardo-romani nei pressi della chiesa di Santa Maria di Zugliano.  Il ruolo decisivo e la spinta fondamentale nell'opera di regolamentazione fondiaria, è certamente opera dei Benedettini che a partire dai secoli VII-VIII d.C., bonificarono la pianura paludosa e disboscarono le prime alture collinari, mentre la parte più elevata delle colline delle Bregonze rimase a bosco ancora per molti secoli, almeno fino al secolo XVII.
Grumolo Pedemonte, il cui toponimo rimanda probabilmente a un insieme di piccole colline (grumi) ai piedi del monte, è sorge in una posizione amena e riparata, spalleggiata dalle Bregonze.
A Grumolo Pedemonte i documenti testimoniano la presenza di una chiesa e forse di un monastero dedicati a Sant’ Anastasia, alle dipendenze dell'antica abbazia di Sesto al Reghena, un tempo esistente presso il torrente lgna nella pianura e di una chiesa dedicata a Sant’Andrea nelle colline. L'affascinante mistero di secoli e secoli di storia è invece racchiuso tra le mura e nel sito della chiesa di San Biagio, antica parrocchiale di Grumolo, risalente a prima dell'anno Mille e sicuramente il monumento più antico ancora esistente nelle Bregonze, come testimonia anche una pietra decorata di origine longobarda scoperta recentemente nella chiesa. La chiesa di San Biagio, nominata già nel 1100, perdette di importanza a favore della nuova chiesa di Santa Maria Maddalena, edificata più tardi, e divenne un eremo nei secoli XVII e XVIII.
Nei secoli di governo della Repubblica Veneta la bellezza dei luoghi e l'abbondanza dei raccolti agricoli favorì gli investimenti in zona delle famiglie nobili vicentine che edificarono le ville e organizzarono il territorio rurale. Il comune rurale di Grumolo Pedemonte, fondato nel Trecento regolò la vita della comunità civile fino agli inizi dell’Ottocento, quando il suo destino si unì a quello di Centrale e di Zugliano.
La prima memoria storica in cui si fa il nome Centrale, il cui nome pare significare "centro della valle" o derivare da “Cinterale", nome della famiglia che qui aveva il suo feudo, risale in un atto del 1088.  Nel corso dei secoli si ritrovano poi notizie sul feudo di Centrale (1293) e sulla chiesa di san Clemente (1297).  In un atto rogato nel 1315, si fa menzione della presenza di un castello nel territorio comunale di Centrale.
Si trattava di un castello di dimensioni modeste. Quando Centrale passò sotto il dominio delle Serenissima, venne fatto dipingere a simbolo di fedeltà il leone alato di San Marco e, a fianco ben visibile, sopra un cocuzzolo, una possente torre: dunque nei primi anni del Quattrocento, a testimonianza che in quel periodo il castello doveva ancora esistere. Con l'avvento al potere di Napoleone Bonaparte ed il successivo Trattato di Campoformio (1796) con cui l'Imperatore francese consegnò all’Austria buona parte dei territori un tempo appartenuti a Venezia l'Austria apportò notevoli cambiamenti alla struttura geo-politica dell'ex Repubblica veneta, spostando i confini e introducendo nuovi criteri nella formazione dei comuni. Fu infatti con decreto imperiale del 1816 che Centrale, insieme con Grumolo Pedemonte, scomparirono come comuni indipendenti per unirsi a Zugliano a formare l’attuale comune di Zugliano. L’ampio territorio di Zugliano, situato sulla destra del torrente Astico, si estende dalla cima meridionale delle colline delle Bregonze ai piedi delle colline di Sarcedo, in località “Pescare”, dove fino a qualche decennio fa la a pianura era ancora un acquitrino.
Il punto più alto del paese è il Monte di Valle (m. 345), mentre la sua parte pianeggiante di origine alluvionale e segue il corso del torrente Igna, che nasce nel comune di Carrè e che, dopo aver toccato Centrale e Grumolo Pedemonte, prosegue verso il territorio di Sarcedo.
Durante la Prima Guerra mondiale, proprio le Bregonze fecero da riparo al territorio di Zugliano, che non subì bombardamenti e che accolse anche profughi provenienti da Chiuppano e Carrè nelle più vicine frazioni di Centrale e Grumolo. Nel corso della Seconda Guerra mondiale fu invece sede di un presidio tedesco, ma anche centro nevralgico della Resistenza.
Il clima mite favorisce da sempre l’orticoltura e la coltivazione di vitigni e uliveti che abbelliscono il paesaggio collinare e si inframezzano ed aree boscose dove prevalgono il carpino nero, la robinia, il frassino e la roverella. Il toponimo Zugliano Molto probabilmente deriva proprio dal nome proprio latino Iulianum, cioè fundus Julii o Julianus, che sta a significare podere di Giulio o di Giuliano.
L’origine e la tradizione rurale di Zugliano e delle sue frazioni è inequivocabile: accanto alle coltivazioni, nei secoli scorsi si era sviluppata l'allevamento del bestiame bovino per la produzione di carni e per la produzione lattiero-casearia. Tuttavia, l’emancipazione economica della zona si ebbe grazie alla prima industrializzazione della seconda metà dell’Ottocento, con la nascita di manifatture tra cui la Cartiera Nodari (1866), la fabbrica dei cascami di seta "Pfeffer" (1869), il lanificio Zironda (1872).
Il più recente proliferare di imprese artigiane ed industriali operanti in svariati settori, dopo il triste flusso emigratorio del Dopoguerra, ha permesso a Zugliano di diventare uno dei centri più rilevanti dell’Alto Vicentino non solo da un punto di vista economico, ma anche culturale, grazie ad un’attenta politica di riqualificazione di spazi sociali e di investimenti in iniziative di spessore.
Luoghi
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Via Villa,

Zugliano

Villa Giusti Del Giardino-Suman
Villa Giusti-Suman sorge sul versante meridionale delle colline delle Bregonze, sul “colle del Castello”, a poca distanza dal centro di Zugliano. E’ uno degli edifici più iconici del paese sia per la posizione panoramica che per il suo valore artistico, legato all’architettura della sua facciata e al ciclo di affreschi che adorna il piano nobile. Questa dimora signorile è stata realizzata probabilmente nel XV sec. dalla nobile famiglia Zoiano. Dopo diversi passaggi di proprietà, compresa quella dei Barbieri (1643-1711) che si presume ne promossero la struttura complessiva e le decorazioni, divenne proprietà dei Giusti del Giardino-Suman (1843-1939), poi della vicina Parrocchia di San Zenone (1939-1989) ed infine del Comune di Zugliano.
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Via Villa,

Zugliano

Chiesa di San Zenone
Sempre sul “colle del Castello”, toponimo che fa supporre l’antecedente presenza di una fortificazione medievale, sorge la chiesa parrocchiale di Zugliano. La sua prima attestazione, che la dice in precarie condizioni, risale ad un testamento del 1429. L’edificio subì nel corso del secolo importanti interventi architettonici, tanto da essere definita “di nuova edificazione” nel 1488. Verso la fine del Cinquecento il titolo di parrocchiale passò dalla pieve di Santa Maria a questa chiesa, stabilendone la definitiva centralità di culto nel paese. A partire dalla seconda metà del Seicento essa conserva, in un apposito altare, una reliquia di Sant’Antonio di Padova, donata alla Comunità e al Comune nel 1656.
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Via Marconi

/Piazza Zugliano,

Zugliano

Ex scuola elementare
Il lato meridionale della Piazza Zugliano è limitato dal monumento ai Caduti, inaugurato nel 1923, e dal Municipio. Il lato settentrionale è delimitato dal grande edificio dell’ex scuola elementare, inaugurata il 7 Novembre del 1937 su progetto dell’ing. Adelchi Zuccato di Thiene.
Un giornale dell’epoca, “La vedetta fascista”, così descriveva l’edificio:”L’architettura è semplice e la bella facciata esposta a mezzogiorno è dominata da una torre, che s’innalza a ripiani, sulla cui cima è una lunga asta di acciaio per la bandiera”.
Dal 1946 la scuola è intitolata ad Alfredo Fabris, partigiano ventenne ucciso il 27 Aprile del 1945, Medaglia d’argento al valore militare della resistenza.
Attualmente l’edificio è sede della Biblioteca civica e di varie associazioni.
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Via Fermo,

Zugliano

Pieve di Santa Maria
La pieve di Santa Maria è una chiesa risalente a prima dell’anno Mille. Il titolo di “pieve” significa “chiesa matrice di altre chiese” ed ha il privilegio di conservare il fonte battesimale. Il primo documento in cui la Pieve viene nominata risale al 1297, in un elenco delle Rationes decimarum vaticane, i resoconti delle decime. 
Nel Quattrocento infatti alla pieve era soggetta sia la vicina chiesetta di San Fermo, ora distrutta, che la chiesetta di San Pietro in Sodo, ancora esistente nelle prime colline di Sarcedo.
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Via Cavajon,

Grumolo Pedemonte,

Zugliano

Barco Maddalena
Il complesso conosciuto con il nome di Barco Maddalena, dal nome di uno dei proprietari, è un classico esempio di architettura rurale del territorio vicentino. Esso è composto da un corpo centrale, la vecchia torre colombara, affiancato da due barchesse. II barco doveva essere già costruito nel XVI secolo, forse come complesso dominicale dei conti Cavaggioni, visti i caratteri architettonici della breve facciata d'angolo tra via Palù e via Cavajon. L'intero complesso compare in una mappa di Grumolo del 1673. Il complesso del barco dopo le famiglie Cavajon, Vecchia e Maddalena, è passato in proprietà alla famiglia Dal Ferro di Thiene.
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Via Castelliero,

Grumolo Pedemonte,

Zugliano

Villa Vecchia Maddalena
La villa Vecchia Maddalena fu edificata nell'ultimo decennio del Settecento dalla famiglia del nobile Angelo Vecchia, il quale che aveva acquistato un bellissimo poggio panoramico di proprietà del Monastero di San Bartolomeo di Vicenza. Questa altura naturale, chiamata il “Castelliero” a ricordo della ubicazione di una probabile opera di fortificazione, era occupata da una costruzione utilizzata come monastero e foresteria, a cui si accedeva mediante una strada, ora dismessa, facilmente ricostruibile nel suo andamento sulla collina. Non ci è dato di sapere quanto i nuovi edifici della villa abbiano utilizzato le murature esistenti.
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Via Chiesa,

Grumolo Pedemonte,

Zugliano

Villa Terzo-Bassi
La villa Terzo-Bassi di Grumolo Pedemonte è un esempio di quella civiltà veneta che in cinque secoli ha dato alla Serenissima un numero straordinario di ville.
Venne costruita nella seconda metà del Cinquecento dalla nobile famiglia Terzo di Vicenza. 
L’edificio si presenta compatto, a pianta quadrata con un tetto a due spioventi, la facciata è orientata a Sud ed è caratterizzata da un portico a tre archi con al piano superiore una loggia architravata di due luci affiancata da finestre centinate. La facciata è inoltre arricchita da cinque statue settecentesche.
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Via Asiago, 19

Grumolo Pedemonte,

Zugliano

Casa della Associazioni
(ex scuola elementare)
La piazza di Grumolo, situata lungo via Asiago, è composta dalla “Casa del Comune”, costruzione ingentilita da una loggia al piano nobile.
L’edificio principale della piazza è la scuola intitolata ad Antonio Bassi, il primo sindaco di Zugliano dopo l’Unità d’Italia. L’edificio fu costruito agli inizi del Novecento e concluso nel 1916 su progetto dell’ing. Adelchi Zuccato di Thiene. Ospitava sia le scuole maschili che femminili. Attualmente è sede di associazioni di volontariato.
All’esterno si trova il monumento ai Caduti, inaugurato nel 1922, che in origine era all’interno del cortile scolastico.
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Via Chiesa 6,

Grumolo Pedemonte,

Zugliano

Chiesa di S. M. Maddalena
L’attuale chiesa parrocchiale di Grumolo Pedemonte, dedicata a santa Maria Maddalena, sorge sul sito di un precedente oratorio privato edificato nel Quattrocento sotto la stessa invocazione da Nicolò Mainenti di Vicenza. I discendenti ne mantennero la proprietà fino all’inizio del Seicento quando la Comunità chiese la possibilità di ingrandire l’edificio. I lavori furono eseguiti tra il 1621 e il 1629 e al loro termine la chiesa divenne la nuova parrocchiale del paese. Tra Seicento e Settecento l’interno venne arricchito con altari e tele dipinte. Nell’Ottocento la struttura necessitò di alcuni lavori di risanamento; in quell’occasione venne demolito il vecchio campanile addossato al muro orientale e sostituito nel 1863 da quello esistente. La chiesa assunse l’aspetto attuale negli anni Venti del Novecento quando si volle allungarne la pianta e darle una nuova architettura ispirata ai modelli gotici.
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Via Vignaletti, 1

Centrale,

Zugliano

Casa Porcastri
Dalla piazza di Centrale a 200 metri a sinistra sulla strada per Carrè, lungo via Vignaletti, sorge Casa Porcastri, ora della famiglia Faccin. Questo complesso rurale è appartenuto alla nobile famiglia vicentina dei Porcastri a partire dal sec. XV fino all’inizio dell’XIX. Il Pagliarino, nelle sue Cronache di Vicenza, parla del casato Porcastri come di una famiglia antica e stimata nella città di Vicenza. È Pietro di Matteo Porcastri il primo possessore di beni a Centrale, nel 1421. Egli fa dono alla chiesa di San Clemente di un croce­fisso in legno di tiglio nel 1442, come riporta l'iscrizione sullo stesso. Successivamente, Giovanni di Pietro Porcastri nel testamento redatto nel 1582 dal notaio Lorenzo Crivellari, chiede di essere sepolto nella tomba di famiglia presso la chiesa di San Michele.
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Centrale,

Zugliano

Corte Faccin
Corte Faccin è un complesso rurale di epoca Settecentesca situato a Centrale, già ben definito nel catasto Napoleonico. Delle vecchie strutture rimangono ancora in piedi alcuni edifici adibiti ad abitazione situati lungo via piazza, le porcinaie e i portici situati ad est della corte.
Della zona a Nord e Nord-Ovest Purtroppo rimangono solo i ruderi di quello che fino al 1949 erano la casara, le stalle dei buoi, dei cavalli e delle vacche.
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Via Piazza,

Centrale,

Zugliano

Chiesa di San Clemente
L'attuale chiesa parrocchiale di Centrale, dedicata a san Clemente, risale alla metà dell'Ottocento. Il parroco don Marco Oro fece abbattere quella bassomedievale, che era stata più volte rimaneggiata e ritenuta inadeguata dai Visitatori. 
All'interno si possono ammirare i dipinti parietali di Domenico Puppin di Schio (1861-1940) e nel retro dell'altare, un quadro del Maganza della prima metà del Seicento, con raffigurato San Clemente, Vescovo e martire.
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Via Codalunga

/Via Piazza, Centrale,

Zugliano

Villa Thiene-Ronzani
Questo edificio, in stile neogotico, si trova all'incrocio fra le antiche via Codalunga e via Piazza, in prossimità della chiesa parrocchiale di Centrale. Nel XIX secolo, la famiglia Castellani, effettuò un restauro radicale di un manufatto con barchessa già di proprietà della nobile Celenia Thiene, come risulta da una mappa dei Beni inculti del 1649, quando la masseria era rappresentata da un lungo edificio con porticato e corte ben delimitati e circondata da mura. Nel 1828 la villa apparteneva ad Orazio Castellani del fu Giovanni Battista la cui famiglia ne mantenne il possesso per tutto l'Ottocento.
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Via San Rocco,

Centrale,

Zugliano

Oratorio della Madonnetta
Questa piccola chiesa, denominata anche della Beata Vergine della Neve, sorse nella seconda metà del Cinquecento per devozione dopo l’apparizione della Madonna a Simone il Gobbo, abitante della contrada centralese e da anni paralitico, affinché si recasse a Thiene per testimoniare la veridicità dell’apparizione avvenuta nel 1530 su di un olmo a tre pastorelle di quella villa.
La chiesetta è nominata con l’intitolazione Maria Beata per la prima volta nel protocollo della visita diocesana pastorale del 1587.
Quest'oratorio fu costruito molto probabilmente dal Comune di Centrale sulla scia dell’entusiasmo e della devozione della costruzione della chiesetta dell'Olmo da parte del Comune di Thiene.
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Via San Rocco,

Centrale,

Zugliano

Villa Rospigliosi
La villa è posta sulla collina del Castel San Rocco, sopra Centrale, nel sito un tempo occupato dalla chiesetta di San Rocco. La chiesa apparteneva ai padri Camaldolesi dell'Eremo di Rua che nel 1601 si trasferirono da Centrale a Carrè. Con il decreto napoleonico del 28 aprile 1810 i beni della Confraternita passarono al Demanio per essere rivenduti a privati cittadini. La chiesetta di San Rocco, non venendo riscattata, andò lentamente in rovina. Nel 1906 la proprietà fu acquistata dall'allora proprietario Bortolo Scapin di Centrale dalla famiglia inglese degli Haseltine, da anni residente in Italia, per la figlia Mildred.
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Attività

Lentezza e spiritualità nella natura: a soli due passi dai centri abitati potete defilarvi e farvi trasportare indietro nel tempo, subendo il fascino d’antan di eleganti dimore e facendovi conquistare dall’autenticità della religiosità popolare.

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San Biagio

La perla delle Bregonze
Dalla Chiesa di Grumolo Pedemonte prendete Via Chiesa per poi percorrere Via San Biagio: si entra così in uno dei luoghi più suggestivi delle Bregonze: l’incantevole borgo di San Biagio. Situato in una riva della collina del “Castello”, circondato da filari di cipressi, coltivazioni di ulivi e boschi di ippocastani, sorge il Borghetto San Biagio, incantevole e panoramico relais immerso in un paesaggio che richiama la "Tuscany holiday".
Imboccando la strada sterrata dell’Anello n. 8 delle Bregonze, in meno di un chilometro giungerete al defilato oratorio di San Biagio.
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Alla scoperta delle dimore rurali

Il Rinascimento a Piazzo
Prendetevi qualche minuto per addentrarvi nella contrada del Piazzo, la quale, per motivi storici e presenze artistiche, testimonia del periodo rinascimentale di Zugliano. Dalla piazza principale di Zugliano, prendete verso via Piazzo. Dopo la curva d’incrocio con Via San Bernardino, a 100 mt. sulla destra compare l’Oratorio di San Bernardino.
La chiesa, dedicata al culto di san Bernardino da Siena, fu edificata dal conte Giovanni Porto verso il 1634. Rimase di proprietà della famiglia Porto-Trento fino alla morte di Ottavio Trento per passare poi alla famiglia Porto-Barbaran, che ne detenne la proprietà fino al 1895, anno in cui subentrò la famiglia Marzaro, che ancora oggi ne assicura la conservazione.
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Tradizione + Folklore

Archeologia idrica e … alcolica

GOCCIA SU GOCCIA
Fin dal secolo XIII in territorio di Sarcedo si derivava l’acqua dall’Astico per irrigare i campi e per fornire energia di movimento ed alcuni mulini.
Nel corso dei secoli vennero escavate varie rogge che con diramazioni e deviazioni successive formarono, allo sbocco in pianura della valle dell’Astico, un reticolo intricato a forma di ventaglio: Verlata (1275), Montecchia (1290), Zugliana (antica Trenta, ante 1300), Monza (1552), Nuova di Sarcedo (1557), Cassandra e Brandizzia (1584), Capra (1594), Nieva (1653), Franzana (1656) e Comunale di Zugliano (pure antichissima).
Per ovviare a continue liti per l’uso dell’acqua, soprattutto tra la gente di Sarcedo e chi abitava a valle, o per la precedenza di una roggia più antica rispetto ad una nuova derivazione, già nel 1637 il Magistrato Veneto intimava che si procedesse ad una regolazione delle bocche di presa. Nel 1751 non si era fatto ancora nulla e il Magistrato emanò severissime comminazioni per l’esecuzione della Terminazione di oltre cento anni prima. Solo nel 1829 fu presentato un progetto di sistemazione, ma fu respinto da tutti gli utenti.
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Il gusto delle stagioni

I SIOLINI DEGLI ORTI DI CENTRALE
Forse non tuti sanno che la di Centrale di Zugliano, dall’Ottocento fino agli Settanta del Novecento viveva di una fiorente forma di economia agricola: la coltivazione del “siolin” o “seolin”, ossia la pianticella di cipolla. Collocata al riparo dalle colline delle Bregonze, Centrale godeva di un mite clima invernale che consentiva ai centralesi di immettere nel mercato con circa un mese di anticipo rispetto ai concorrenti i “seolini”, ma anche i “capussi”, ossia i capucci.
Un tempo i “siolini” erano primizie molto ricercate: pensate che i grossi commercianti del Padovano e del Veronese che venivano a prelevare queste piantine a Centrale per commercializzarle fino in Brianza, in Valsugana e nel Friuli ….
A fine agosto si seminava la semente a spaglio, la si copriva poi con paglia, per isolare il terreno e mantenerlo umido, e si annaffiava, solo quando non pioveva. La pulitura dalle erbe infestanti era un lavoro impegnativo, ma consentiva alle pianticelle di crescere sane fino all’altezza di 15-20 centimetri: così, tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo, i “siolini” erano pronti per essere venduti.
Con l’avvento della coltivazione degli ortaggi nelle serre, iniziò la decadenza di questo prodotto coltivato seguendo la sua naturale stagionalità.

La Strada del Torcolato e dei vini di Breganze

Le colline dei vitigni autoctoni
Il territorio delle Bregonze è solcato anche dalla Strada del Torcolato e dei vini di Breganze, un tracciato che raccorda paesaggi, dimore rurali e grandi vini che sono l’espressione più autentica del territorio pedemontano vicentino.
Il Torcolato è il più prestigioso tra i vini prodotti nella Pedemontana vicentina: ottenuto dalle uve passite di vespaiola dà il nome a questo itinerario di scoperta storico-culturale, naturalistica, ma soprattutto enogastronomica.
Il percorso parte da Thiene e proseguendo verso est interessa le colline di Lugo per arrivare ad attraversare il territorio di Zugliano proprio in prossimità di Villa Giusti Suman del Giardino.
Prosegue poi per Breganze, Mason, Marostica per concludersi nella cittadina di Bassano del Grappa.

La Strada dei Birrifici

Le colline del luppolo
Il vicentino è terra di grappa, vini e … birra!
Pensate che soprattutto nella Pedemontana Vicentina è secolare la tradizione delle birre Lager e Pilsner ereditate dal periodo austriaco che ha visto nascere birrerie e birrifici nella zona dell’alto vicentino.
Esiste poi una Strada dei Birrifici artigianali vicentini che prevede ben due soste nel comune di Zugliano.
Groove è un birrificio indipendente dove si producono birre artigianali. Groove è anche un recentissimo locale con una cucina attenta alla scelta delle materie prime e con una dinamica proposta di eventi, intrattenimenti e spettacoli di musica live.
Luppoland produce birre di carattere utilizzando prevalentemente materie prime prodotte in un’azienda agricola di proprietà e collegata ad un’azienda florovivaistica: i prodotti sono quindi rigorosamente stagionali e variabili secondo l’andamento climatico. Luppoland è anche un beer tap bar dove acquistare birre da asporto o da consumare in loco e dove fermarsi per una sosta ristoro, sedendosi in un moderno locale con ampio scoperto.

E’ nata una stella

La porchetta di Zugliano
La tradizione della preparazione della porchetta a Zugliano nasce nello corso secolo: numerose sono le famiglie che si tramandano i segreti della cottura di specialità culinaria. In particolare, fu nel Dopoguerra che gli intenditori si portavano fino a Zugliano per assaggiarla trattoria di Florindo Cunico, in centro al paese.
La tradizione della porchetta ricevette un notevole impulso nei primi anni cinquanta del Novecento, quando negli anni difficili del primo dopoguerra i palati più raffinati si recavano ad assaggiare questo prelibato piatto presso la trattoria di Florindo Cunico, posta in centro al paese.
Da dove viene questa bontà locale?
La porchetta zuglianese si ottiene da un maialino proveniente da allevamenti selezionati del Vicentino e che non deve mai arrivare ai 20 chili di peso. Il maialino è cotto allo spiedo o al forno a legna, dopo esser stato farcito con un ripieno di carni, arricchito da un mix di aromi e spezie, la cui composizione è un segreto custodito gelosamente.
Nel 2009 è stata pure fondata la "Confraternita della Porchetta Zuglianese", con lo scopo di promuovere questo prodotto tipico e tramandarne la ricetta segreta.
Ma la fama della porchetta a Zugliano ha origini … mondane!
Si narra che, nel 1953, quando Luchino Visconti si recò qui, nella Pedemontana Vicentina, per girare parte il film “Senso” a Villa Godi Malinverni di Lugo di Vicenza, l’attrice Alida Valli, protagonista della pellicola, soggiornasse nell’unico albergo del paese di Zugliano. Qui, nelle serate estive, si ritrovavano a cena il celebre regista con la sua star, gli altri attori e i giornalisti della stampa: in una di queste serate venne fatta assaggiare la celebre porchetta alla zuglianese che riscosse un notevole successo tra i commensali: la stessa Valli, romana, la comparò con la porchetta della sua terra, trovando la preparazione locale molto più fragrante. La risonanza mediatica che ne diedero i giornalisti fece il resto: la porchetta di Zugliano divenne in poche ore la migliore porchetta d’Italia.
Da allora la porchetta di Zugliano è diventata il piatto ufficiale delle feste e delle sagre del paese, servita a fette sottili e servita con crostini di pane, anche se la pietanza tradizionale prevede due fette di porchetta calda, servita con il sugo raccolto dalla cottura e con contorno di patate e fagioli.
Entrambe le preparazioni si sposano con i vini rossi della zona, quindi della DOC Breganze, ma anche con le più recenti produzioni brassicole artigianali della Pedemontana Vicentina.

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